Come si compra casa durante il Coronavirus? E come si comprerà una volta che l’epidemia sarà debellata? Secondo l’Osservatorio Immobiliare Nomisma, una delle fonti più accreditate del settore immobiliare, solo nel 2020 verranno registrate meno 50.000 compravendite di case (rispetto al 2019) e il prezzo degli immobili calerà del 4-5% tra 2020 e 2021.
La pandemia di Coronavirus ha colpito duramente il settore immobiliare. Le vendite delle case sono crollate e le perdite dei posti di lavoro sono aumentate. Questa è stata la ricaduta immediata che l’epidemia ha avuto.
Più la crisi si prolunga, più il Coronavirus può trasformare i modelli di sviluppo e le preferenze degli acquirenti. Di seguito, ho deciso di mostrarti quali possono essere le conseguenze che la pandemia di Coronavirus potrà avere sul settore immobiliare.
1. Le scelte di acquisto cambieranno
La crescita urbana è stata un fenomeno molto diffuso negli ultimi anni. Molte persone si sono spostate dalle zone periferiche al centro delle città per essere meno isolati e avere tutti i servizi più importanti a portata di mano.
Tuttavia, con il COVID-19 che colpisce specialmente nelle zone affollate, i centri abitati potrebbero perdere parte del loro fascino. Questa crisi è il momento giusto per il mondo di riconsiderare la saggezza convenzionale secondo cui le città a maggiore densità sono migliori.
Le persone che vivono in città potrebbero voler tornare in periferia. Infatti, si prevede che ci sia grande richiesta per immobili che hanno giardino e spazi esterni e meno per gli appartamenti situati nelle vie del centro abitato.
Un passaggio verso il telelavoro giocherebbe in quella tendenza. Se i lavoratori continuano a lavorare duramente da casa, come hanno fatto durante la pandemia, piuttosto che recarsi negli uffici del centro, vivere in periferia avrebbe più senso.
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2. Il trend degli affitti in rialzo?
Con gli stipendi che diminuiscono e la crescente disoccupazione, gli italiani potrebbero scoprire che acquistare una casa è fuori dalla loro portata.
Un’economia debole tende a ridurre i tassi di proprietà della casa poiché i potenziali acquirenti scelgono di affittare piuttosto che assumersi il pesante impegno finanziario che accompagna l’acquisto di una casa (se vuoi saperne di più puoi leggere questo articolo).
3. Una casa più grande?
Prima del Coronavirus, la maggior parte degli italiani dormiva in casa e poi andava a scuola oppure a lavoro. Ci spostavamo per andare in palestra, al cinema, in bar e ristoranti. Adesso trascorriamo la maggior parte del tempo in casa che ci sembra angusta e piccola. Avere lo spazio per il tuo ufficio in casa è molto importante. Così anche lo spazio per allenarsi e fare un po’ di attività sportiva.
Se il desiderio odierno di più spazio personale si trasforma nella tendenza di domani, gli acquirenti preferiranno case più grandi, forse in città a basso costo e in periferie più lontane.
4. La seconda casa: più di un’opzione!
Per chi ha i mezzi finanziari, avere una seconda casa sembra essere un’alternativa improvvisamente più attraente. Possedere una seconda casa non è un’opzione economica: le tasse sono generalmente maggiori, così come i costi di manutenzione.
La crisi del Coronavirus potrebbe concretamente rialzare il trend delle seconde case. Infatti, se in altri tempi chi voleva fuggire dalla città poteva affittare una casa per le vacanze, rivolgersi a piattaforme come Airbnb oppure soggiornare in Hotel. Oggi questa alternativa non sembra essere la migliore soluzione a causa delle restrizioni relative agli spostamenti.
Pertanto, la seconda casa diventa un’opzione valida e allettante per chi ha le disponibilità economiche. Potrebbe essere una scelta quella di trasferirsi definitivamente per sfruttare l’aria libera e staccarsi dal grigiume degli appartamenti cittadini (se lo smart working dovesse prendere piede definitivamente).
5. Tecnologia e settore immobiliare: quale connubio?
Il settore immobiliare è riconosciuto da tutti per essere un mercato “vecchio”. Chi è interessato ad acquistare una casa organizza un incontro con l’agente immobiliare, vede centinaia di casa e poi si decide ad effettuare il suo acquisto. La tecnologia difficilmente è integrata in questo processo.
Il Coronavirus ha stravolto il mercato immobiliare per come lo hai sempre conosciuto. Al giorno d’oggi, non è più possibile visitare gli immobili ed è difficile incontrarsi di persona per sottoscrivere una proposta. Il settore è grande ma molto indietro dal punto di vista tecnologico. Ad esempio, bisogna andare fisicamente dal notaio e fare un sopralluogo della casa per capire se è la scelta migliore. Questa epidemia potrebbe essere il momento di fare un passo in avanti e digitalizzare numerosi aspetti.
Molte agenzie si sono adeguate facendo vedere gli immobili dal PC con dei virtual 3D che consentono ai potenziali acquirenti di navigare dentro l’immobile e guardarsi intorno come se fossero effettivamente sul posto. Questa non è una tecnologia nuova ma sembrerebbe prendere piede nel settore immobiliare.
Puoi vedere un esempio a questo link.
Mentre nessuno si aspetta che i tour virtuali rimpiazzino i walk-through fisici, il processo di transazione, pesantemente influenzato dal fattore “carta”, sembra essere pronto per un aggiornamento. Negli ultimi anni, alcuni agenti immobiliari hanno abbracciato un processo sempre più virtuale.
Gli esperti del settore affermano che le transazioni digitali e le firme elettroniche possono essere gli strumenti utilizzati come volano in un settore, quello immobiliare, che non sempre è andato a braccetto con la tecnologia.
Conclusioni
Il Coronavirus è una tragedia universalmente riconosciuta, ma potrebbe essere l’occasione per digitalizzare alcuni settori? È un fenomeno che stiamo vedendo con la scuola che, per forza di cose, ha dovuto adottare la tecnologia per garantire agli studenti il proseguo delle attività didattiche.
Il settore immobiliare è sicuramente uno dei mercati più colpiti da questa pandemia. Il blocco totale delle attività non ha sicuramente giovato alle centinaia di attività coinvolte nell’immobiliare. Tuttavia, non tutte le disgrazie arrivano per rimanere. Questa potrebbe essere una concreta occasione per rivedere alcuni fattori, ripensarli e renderli più a misura d’uomo.
Visite virtuali agli immobili, incontri e consulenze via Skype, transazioni digitali e firme elettroniche sono elementi già diffusi in altri ambiti. Il settore immobiliare deve riuscire a cogliere il cambiamento ed intercettarlo senza rimanere indietro in questa rivoluzione tecnologica che, volente o nolente, sta già avvenendo.
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